“Tranquilli, stiamo lavorando per voi”. I bagnini sono avvertiti. Il ministro Brambilla non butterà a mare gli operatori turistici che rischiano di veder franare la sabbia sotto i loro piedi. “Il primo obiettivo è lavorare ad un intervento immediato sul tema delle concessioni demaniali e marittime — premette il ministro del Turismo — Dobbiamo dare una risposta all’Unione Europea, che ha aperto una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia, ma nello stesso tempo tutelare le imprese turistiche del nostro Paese”.
Un salvagente, ma quale?
“Stiamo pensando a una proroga lunga delle concessioni in scadenza, almeno tre anni, tempo durante il quale interverremo anche con una ridefinizione dell’intero quadro normativo. La materia è delicata e riguarda il destino di migliaia di operatori. Per questa ragione io e il ministro Fitto stiamo lavorando con grande impegno per offrire agli imprenditori balneari serenità e garanzie”.
“Congelare” la spiaggia. E poi?
“È il primo passo, il giusto riconoscimento a un settore che rappresenta il fiore all’occhiello della nostra industria. Ovviamente ci muoviamo con grande cautela, per trovare la mediazione tra la procedura d’infrazione e gli interessi degli operatori”.
D’accordo, ma i bagnini hanno ormai tirato i remi in barca: senza concessioni, niente investimenti?
“E li capisco, è difficile puntare sullo sviluppo delle imprese senza avere certezze, ma la situazione sarà presto risolta. Il governo insieme agli operatori del settore intende lavorare anche a un regolamento che possa disciplinare il rilascio delle nuove concessioni, riconoscendo un valore all’attività precedentemente svolta dai concessionari, alle opere realizzate sull’area e alle spese sostenute. Siamo ben consapevoli che l’eccellenza delle spiagge italiane e l’estensione delle nostre coste rappresentino una tipicità non riscontrabile in altri Paesi”.
Senza indispettire però l’Europa.
“È così, il terreno è scivoloso, vanno trovate soluzioni che facciano salve le esigenze di tutte le parti in causa. Di più non voglio dire, ma l’impegno del governo è totale. Ne abbiamo parlato in Consiglio dei ministri, in quella sede è stata portata la proposta di una norma urgente. Il governo è consapevole che promuovere il turismo voglia dire sostenere gli imprenditori che rappresentano un’eccellenza nazionale. Per questo abbiamo aperto un tavolo di confronto con gli operatori balneari, io e il ministro Fitto stiamo lavorando con i dicasteri dell’Economia, delle Infrastrutture e dei Trasporti, della Semplificazione legislativa e delle Politiche comunitarie”.
Ministro Brambilla, i bagnini temono di venir travolti dallo tsunami europeo. Parlano di assalto delle multinazionali, qualcuno è arrivato a prevedere lo sbarco della malavita sulle coste.
“Non accadrà nulla di tutto questo. Il patrimonio di professionalità ed esperienza non verrà cancellato, ma bisogna agire per gradi. Prima la proroga, poi la nuova normativa. I risultati ci danno ragione: la nostra industria turistica ha chiuso il consuntivo con un meno 4 per cento, la Francia ha segnato una perdita del 14, la Grecia del 22. Teniamo duro, grazie alla capacità dei nostri operatori”.
Ministro, è ancora convinta di puntare sui casinò?
“Ci potete scommettere. Nel provvedimento d’urgenza a sostegno del turismo al quale stiamo lavorando abbiamo intenzione di dare spazio a una norma che offra a tutte le regioni l’opportunità di avere case da gioco. Ora ne esistono solo quattro, e tutte al nord. Anche il ministro Maroni conviene con me sulla necessità di riparare a questo evidente squilibrio. Intenderemmo prevedere la riapertura delle case da gioco che già hanno operato in passato e dare la possibilità a un ristretto numero di hotel cinque stelle lusso di aprire una, sala da gioco riservata solo agli ospiti che abbiano più di 21 anni. Limiti precisi, come quello di istituirne una al massimo due, per regione”.
Carlo Andrea Barnabè, “il Resto del Carlino”, 31 ottobre 2009